TITOLO: DIARIO DI UN CADAVERE
AUTORE: MADDALENA MARCARINI
EDITORE: DARK ABYSS EDIZIONI
COLLANA: MARIE CATHERINE LEVEAU
GENERE: WEIRD
PUBBLICAZIONE: 07 GENNAIO 2023
Un diario e un antico orologio da taschino ormai rotto: è questo tutto ciò che resta dell’ex professore Steven Aubrey. L’uomo è scomparso, ma da tempo si sono perse le sue tracce. E forse lui stesso le aveva smarrite, polverizzandosi nel deserto di un’esistenza vuota e grigia, illuminata da una fiamma dell’amore per un periodo troppo breve. E nessuno è più morto di chi si è sentito vivo solo per un istante.
Ok, confesso.
Sono una lettrice che ama spaziare tra vari generi, come il fantasy, l’horror e, in tempi non troppo recenti, ho letto anche diversi romanzi di fantascienza, ma fino ad oggi non ho mai approfondito la conoscenza del sottogenere della narrativa fantastica, che nasce proprio dalla commistione di quelli sopra indicati, e identificato come weird.
Genere, quest’ultimo, a cui appartiene “Diario di un cadavere” di Maddalena Marcarini e pubblicato da Dark Abyss Edizioni, giovane casa editrice con una spiccata impronta esoterica e gotica, tanto da avere avuto la magica e singolare idea di assegnare alle varie collane del suo catalogo nomi di antiche streghe.
Per stessa ammissione introduttiva dell’editore al racconto di Maddalena Marcarini, questo diario non poteva non essere pubblicato nella collana dedicata a Marie Catherine Leveau, corrispondendo perfettamente con la peculiare visione letteraria della casa editrice.
Per quanto possa valere la mia opinione, concordo pienamente con la decisione dell’editore perché fin dalle prime battute del testamento in mortem dell’ex professore Steven Aubrey sono stata catapultata in una spirale ipnotica di parole e stati d’animo che raccontano con folle sgomento e razionale lucidità la metamorfosi coercitiva di un uomo probabilmente già condannato a vivere un’esistenza – umana – buia, solitaria e anaffettiva.
L’unico spiraglio di luce che ha fatto breccia nella sua grigia vita, è la fugace relazione platonica con la sua adorata Lenore, e crudelmente interrotta da una sorte infausta.
“Io sono un uomo pragmatico. Razionale, con i piedi ben piantati al suolo. Un letterato, sì, ma devoto alla Scienza. Era lei la sognatrice. Lei credeva nell’invisibile, nella magia. Ma io no! Io non posso accettare una simile spiegazione a cuor leggero, non senza la convinzione di essere definitivamente uscito di senno.”
Coincidenze inspiegabili, arcane somiglianze con le creature delle tenebre che così tanto appassionavano la sua amata; “Il vampiro” di John Polidori era il racconto preferito di Lenore, e profetico galeotto del loro primo incontro.
Forse è proprio in un morto vivente che si sta trasformando il nostro protagonista… in un vampiro?
“Forse qualcosa non va. Qualcosa è sbagliato. Non saprei dire cosa. Che dolore. Che schifo.”
Il ribrezzo per il suo funereo stato fisico, e il labile confine tra senno e pazzia saranno superati, così come l’accettazione della sua nuova natura?
E quest’ultima sarà per Steven un’eterna condanna oppure una salvifica rivelazione?
Tante domande, le cui risposte attendono il lettore alla fine di questo oscuro racconto.
VOTO: