I SOGNALIBRI DELLA SETTIMANA: USCITE DAL 22 AL 28 FEBBRAIO 2021

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I SOGNALIBRI DELLA SETTIMANA: USCITE DAL 01 AL 07 FEBBRAIO 2021

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07 FEBBRAIO 2021

RECENSIONE: “IL GIUDIZIO DI PERSEFONE” DI GIULIA CALLIGOLA

IL GIUDIZIO DI PERSEFONE REVIEW

TITOLO: IL GIUDIZIO DI PERSEFONE

AUTORE: GIULIA CALLIGOLA

EDITORE: SELF PUBLISHING

GENERE: FANTASY – RETELLING

PUBBLICAZIONE: 30 LUGLIO 2020

AMAZON 

Trama

Nata negli anni ’90, studentessa universitaria, frequentatrice assidua di umani e più bassa di due metri e quindici: Persefone ha davvero un pessimo curriculum divino. I mortali non la venerano, gli Dei non la invitano ai loro eventi mondani, e a lei tutto sommato andrebbe bene così. O almeno crede.
Tutto cambia quando a una conferenza incontra Ade, Dio dei morti e gentiluomo d’altri tempi. Anche il suo è un bagaglio pesante: trecentomila anni in più sull’età, cinquanta centimetri in più sulla statura, almeno venti titoli in più sul nome. Ma è anche l’unico a capire la passione di Persefone per la giurisprudenza, nonché l’unico che sembri a disagio in mezzo agli altri Divini tanto quanto lei. Poteva forse non scattare la scintilla?
I due si ritrovano a intrecciare i loro destini e a lavorare insieme per emettere una sentenza controversa, collaborando a un processo ultraterreno nel tribunale degli Inferi. E così, a metà tra ironia e serietà, tra equità e rigore, tra vita e morte, si srotola la rivisitazione (semi) moderna di un mito che non ha mai smesso di venir raccontato.

Recensione

Prendete un mito greco intramontabile, trasportatelo nel mondo attuale, aggiungete un pizzico di tenerezza e di sensualità, infine condite il tutto con la giusta dose di leggerezza.
Ecco fatto. Il risultato sarà un vero e proprio gioiellino romance, capace di unire il cupo fascino dell’antico alla vivacità spumeggiante del moderno.
Chi è Persefone?
È la Dea della fioritura, è una studentessa di giurisprudenza un po’ bassina e formosa, ignorata da tutte le divinità maggiori poiché ancora giovane e tremendamente insignificante.
Insomma, con una presentazione del genere, come si fa a non simpatizzare per questa protagonista fin dall’inizio? Perché Persefone è davvero una di noi, con tanto di sana autoironia e deliziosa spontaneità.
Chi è Ade?
Lui è “L’inesorabile”, il Giudice dei Giudici, il famoso sovrano degli Inferi. In quanto figlio di un Titano, ha un’altezza smisurata, è sempre serio, lugubre e inespressivo… insomma, a detta di molti, un tipo mortalmente noioso. Ma soprattutto è un gentiluomo dotato di un fascino cupo ed enigmatico.
Il loro primo incontro avviene a Roma a una conferenza sui “giudizi delle anime trapassate” a cui Ade partecipa come relatore e Persefone come spettatrice. È proprio grazie a lei che inizieranno un brillante dibattito, una vivace discussione che continuerà inaspettatamente in un bar, davanti a una tazzina di caffè.
Dopodiché si incontreranno ancora a una lussuosa serata di beneficenza, gettando le basi per una proposta molto particolare, nata da un bizzarro equivoco: Ade offrirà a Persefone la possibilità di effettuare uno stage di sei mesi in Erebo, per arricchire le sue conoscenze in ambito giuridico.
Per il re degli Inferi, Persefone è come un raggio di sole in un cielo scuro e tempestoso.
Una nota di colore su uno sfondo nero.
Un’allegra melodia che spezza un triste e solitario silenzio secolare. 
Entrambi si sentono pesci fuor d’acqua in un mondo di gente snob e superficiale che li esclude e non li apprezza come meritano. E’ per questo che tra loro si crea fin da subito un’intesa speciale: Persefone è l’unica capace di far provare emozioni a una statua di ghiaccio come Ade, rendendolo più umano, spensierato e meno solo… mentre Ade è l’unico uomo con cui quella fanciulla riesce ad aprirsi, l’unico in grado di farla sentire a casa in un luogo tetro come l’aldilà, permettendole allo stesso tempo di intraprendere un importante percorso di crescita interiore e professionale.
Lo stile del romanzo è ricco, descrittivo e elegante, sempre capace di affascinare, emozionare e talvolta persino divertire quando la Calligola si concede di giocare un po’ con le divinità e le loro leggende.
Assistere alla fusione della mitologia con dettagli della vita moderna mi ha fatto davvero sorridere, ma soprattutto mi ha permesso di capire quanto la scrittrice sia stata abile nell’amalgamare i due mondi con perfetta maestria, come se pensare al re greco dei morti che esplora un social network, oppure all’Erebo che ospita computer e aule di tribunale, fosse la cosa più naturale del mondo.
Per non parlare di Ade.
Dio mio. Quest’uomo è di una galanteria pazzesca… così sensibile, rispettoso e premuroso da rimescolarti i sentimenti nel petto e farti venir voglia di accettare qualsiasi compromesso pur di essere SUA.
Non potete nemmeno immaginare quanta dolcezza sia racchiusa nei loro timidi sguardi e nelle loro carezze quasi impacciate.
Erano secoli che il corteggiamento tra un uomo e una donna non mi conquistava in questo modo, facendomi battere il cuore come se la destinataria di quelle tenere attenzioni fossi io stessa.
Care Dreamers, non è affatto semplice impossessarsi di un mito greco eterno e riadattarlo all’epoca moderna (con tanto di cenni di giurisprudenza “ultraterrena”) senza apparire mai banali, scontati o addirittura troppo audaci.
Beh, Giulia Calligola c’è riuscita fin troppo bene.
Come le Parche tessono i fili delle vite umane, così la scrittrice di questa incantevole storia ha avuto l’audacia e l’abilità di tessere i fili delle nostre emozioni intrecciandole indissolubilmente a quelle dei suoi protagonisti, in un affascinante “duello” tra la morte e la vita, tra l’Inverno e la Primavera, tra la fine e la rinascita.


Dalla morte non nasce niente.


Queste erano le ineluttabili parole di un Ade cupo e rassegnato all’inizio della storia.
Beh, caro Ade, nulla di più sbagliato.
Perché, grazie a voi, nel regno dei morti è nato un amore puro e incontaminato, incarnazione di una bellezza senza eguali.


«Ho tanta paura.» Non si vergognò ad ammetterlo, per la prima volta davanti all’Inesorabile.
Lui che, ora, annuiva comprensivo, con un mezzo sorriso.
«Sì. Fa paura anche a me, tutti i giorni, sedere su quel trono. Ma speravo che potessimo avere paura insieme.»
Aver paura insieme.
Non era forse quella, l’essenza dell’amore?


VOTO:

farf5

SENSUALITÀ:

bocca35

VOTO ADE:

blu5

VOTO PERSEFONE:

rosa5

RECENSIONE A CURA DI:

Lexie2

EDITING A CURA :

Candy2