TITOLO: RICOCHET
AUTORE: L.K. REID
SERIE: IL TORMENTO E L’ESTASI DI OPHELIA ASTER #1
*NON AUTOCONCLUSIVO*
EDITORE: VIRGIBOOKS
GENERE: DARK ROMANCE
PUBBLICAZIONE: 22 GENNAIO 2022
AMAZON – GOODREADS
Ora faranno meglio ad avere tutti paura di me.
Assassina.
Psicopatica.
Fuori di testa.
Questo mi è stato detto. Questo ed anche di peggio.
Qualcuno una volta mi disse che un brutto capitolo non significa la fine della storia.
La mia era solo agli inizi.
Dipingere me come la cattiva della favola e distruggere tutto ciò a cui tenevo è stato un gioco da ragazzi per i fratelli Nightingale.
È stato facile per Kieran.
Ma le regole del gioco sono cambiate, e adesso la vostra Ophelia è tornata, e ve la farà pagare cara e amara.
Io sono Ophelia Aster, la figlia di Nikolai Aster, a capo di una delle organizzazioni criminali russe più cruente di tutti gli Stati Uniti.
Mi hanno addestrata per diventare un mostro, mi hanno prima spezzata e poi buttata via.
I Nightingale mi hanno imputato un crimine che io non ho mai commesso, Kieran mi ha voltato le spalle.
Mi hanno catturata e mi hanno gettata nell’oscurità.
Ed oscurità è ciò che sono diventata.
Ricochet è il primo libro della trilogia “Il tormento e l’estasi di Ophelia Aster”, dell’autrice L.K. Reid. Non è uno standalone, ed i libri vanno letti nel seguente ordine: Ricochet, Equilibrium, Oblivion. Presto tutti disponibili per Virgibooks.
ATTENZIONE: Si tratta di un dark romance che contiene scene di sesso, violenza e abusi. La storia affronta tematiche che potrebbero disturbare alcuni lettori.
E dopo tanta attesa ecco finalmente l’ultimo lavoro di L.K.Reid, Ricochet-L’ascesa e l’estasi di Ophelia Arter.
Sarò sincera, sono rimasta molto perplessa da questa lettura, mi aspettavo una storia d’amore con uno sfondo violento e invece ho trovato un libro in cui la violenza è la protagonista assoluta; e non sto parlando di quella violenza tipica di certi ambienti atta a esaltare il piacere, ma di violenza vera, con la V maiuscola, descritta anche in maniera piuttosto cruda che fa passare tutto in secondo piano, soprattutto l’amore.
Papà mi aveva sempre ammonito a ragionare con la testa e non con il cuore, ma io ero sempre stata convinta che fosse il mio cuore quello che mi rendeva umana. Mi sbagliavo, ed era stato proprio quello a portarmi alla mia rovina. Mi aveva resa debole.
Sono giunta alla conclusione che l’intento dell’autrice fosse quello di sottolineare come in fondo in fondo, l’amore vince e riporta tutti sulla giusta via, peccato che qui non vinca affatto ma muoia sotto pagine di lunghi rimuginamenti da parte dei protagonisti che cercano continuamente di spiegare o giustificare gli eventi.
I protagonisti, del resto, sono del tutto folli e sconclusionati: le loro azioni non sempre hanno un senso logico o una motivazione reale, è sempre colpa di qualcun altro o di qualcos’altro e i sentimenti di cui farneticano non esplodono mai.
Io non volevo essere posseduta. Volevo essere rispettata, e trattata alla pari.
Persino l’attrazione fisica, unico sentimento che sembra davvero esplodere (e dominare i vari personaggi visto che arriva sempre all’improvviso dal nulla) serve da inframezzo alle scene violente e ai suddetti lunghi voli pindarici dei protagonisti che riflettono continuamente su quello che gli è successo e sul perché sono arrivati al punto di rottura.
Ophelia è del tutto fuori di testa, trincerata dietro un cuore spezzato che non possiede e che nasconde, in realtà, un orgoglio smisurato; Kieran, dal suo canto, è sconclusionato e incoerente, è consapevole di cosa dovrebbe fare ma continua a ragionare con la parte sbagliata del corpo, in lui qualche briciola di amore si percepisce, peccato che lui stesso se ne accorga troppo tardi.
Se pensavi che il mio amore fosse forte, il mio odio è ancora più forte, uccellino. Non confondere la mia pacatezza con la debolezza. Sono anni che sogno di farti a pezzi, che aspetto questo momento.
Insomma, a fronte di un ottimo lavoro editoriale, attento e accurato, quella che mi è mancata è proprio la storia, che si svela sul finale e che è difficile seguire per i salti temporali e per il ritmo un pó troppo lento.